lunedì 24 novembre 2025

Compiti, AI e autostima: recensione del libro per genitori nell’era dell’intelligenza artificiale

 


Compiti, AI e autostima” di Marco Ceretti è un libro che parla direttamente al cuore di tanti genitori che si sentono smarriti davanti ai cambiamenti dell’era digitale. Fa parte della serie “Crescere nell’Era Digitale” e affronta una domanda sempre più frequente: che cosa succede all’autostima dei ragazzi quando l’intelligenza artificiale entra nella loro vita quotidiana, soprattutto nel momento dei compiti?

Il punto di partenza del libro è una figura ormai familiare in molte case: il figlio che appare intelligente, brillante, pieno di potenziale, ma allo stesso tempo fragile, insicuro, con una grande paura di sbagliare

È quel ragazzo che sembra usare l’AI per tutto, non solo per curiosità o per velocizzare il lavoro, ma quasi come se da solo non fosse mai abbastanza. Di fronte all’errore si blocca, davanti alla fatica rinuncia, e l’AI diventa il rifugio comodo in cui nascondere le proprie paure. Ceretti insiste su un punto molto importante: non si tratta semplicemente di pigrizia, ma spesso di una vera e propria fragilità nascosta, che la tecnologia rende meno visibile ma più profonda.

Nel libro viene spiegato con chiarezza come l’intelligenza artificiale, se usata nel modo sbagliato, rischi di trasformarsi in una trappola per l’autostima. Quando ogni risposta giusta arriva da uno strumento esterno e non dall’impegno personale, il messaggio che il ragazzo finisce per interiorizzare è pericoloso: senza AI non valgo, senza AI non sono in grado, senza AI non faccio abbastanza bene. 

In questo modo l’AI smette di essere un supporto e comincia a indebolire silenziosamente la fiducia in sé stessi. L’autore accompagna il lettore a riconoscere questi meccanismi, mostrando come a volte un rendimento scolastico apparentemente accettabile possa nascondere una dipendenza crescente dagli strumenti digitali e una paura dell’errore sempre più forte.

Uno degli aspetti più apprezzabili di “Compiti, AI e autostima” è lo stile concreto e pratico. Il libro non si limita a lanciare allarmi o frasi teoriche, ma entra nella vita reale delle famiglie. Ceretti offre spunti su come organizzare il momento dei compiti in modo che l’AI non sostituisca il ragazzo, ma lo affianchi. 

Propone esempi di dialogo, mostrando come possono cambiare le cose se, di fronte a un figlio che si blocca o si arrabbia, il genitore usa frasi che aiutano a costruire fiducia invece di aumentare la pressione. Il tono rimane sempre realistico: non ci sono modelli irraggiungibili di “genitori perfetti”, ma suggerimenti pensati per chi torna stanco dal lavoro e deve comunque affrontare compiti, tensioni, schermate e notifiche.

È molto interessante anche il modo in cui l’autore affronta il rapporto tra tecnologia e educazione senza cadere negli estremi. Questo non è un libro contro l’intelligenza artificiale. Non invita a spegnere tutto, a tornare a un passato senza dispositivi o a vivere l’AI come un nemico da combattere. 

Al contrario, propone una visione matura: l’AI può diventare uno strumento educativo, a patto che il ragazzo resti protagonista del suo percorso di apprendimento. Questo significa usarla per comprendere meglio un concetto, per avere esempi, spiegazioni, stimoli in più, senza delegare completamente la fatica di pensare, sbagliare, riscrivere, migliorare.

Il vero nodo, quindi, non è tanto se usare l’AI, ma come farlo. Il libro insiste sull’importanza di trasmettere ai figli l’idea che il valore non sta nel compito perfetto consegnato in fretta, ma nel sentirsi capaci di affrontare una sfida, anche quando richiede impegno e pazienza. Attraverso racconti, casi concreti e strategie psicologiche molto semplici, Ceretti mostra che la tecnologia può diventare l’occasione per lavorare proprio su questi aspetti: resilienza, autonomia, responsabilità, senso di efficacia personale.

“Compiti, AI e autostima” si rivolge in modo particolare ai genitori di ragazzi delle scuole medie e superiori, che vivono ogni giorno l’intreccio tra compiti, studio online e strumenti di intelligenza artificiale. 

È utile per chi ha la sensazione che il proprio figlio abbia smesso di provarci davvero, per chi vede comparire frasi come “tanto non ci riesco”, “senza questo non ce la faccio”, oppure nota che ogni attività difficile viene aggirata con una scorciatoia digitale. È prezioso anche per quei genitori che non si sentono esperti di tecnologia, ma vogliono capire meglio cosa sta accadendo nella mente e nel cuore dei loro figli quando cliccano su “genera risposta”.

In conclusione, questo libro è una lettura che vale la pena affrontare se senti il bisogno di strumenti concreti e di uno sguardo equilibrato sul tema. “Compiti, AI e autostima” aiuta a tenere insieme scuola, tecnologia e crescita interiore, mostrando che l’obiettivo non è crescere ragazzi “perfetti” davanti allo schermo, ma giovani capaci di fidarsi di sé stessi anche quando l’AI non c’è. 

È una guida rassicurante, che non promette miracoli, ma offre criteri chiari e idee pratiche per trasformare l’uso dell’AI in famiglia in un’occasione di crescita, invece che in una minaccia silenziosa all’autostima dei nostri figli.

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